mercoledì 6 luglio 2011











In linea con lo sviluppo sociale e urbano Roma ha mutato la sua essenza, stravolto i suoi connotati di città “cara agli Dèi”…uso quest’espressione cosciente che potrebbe palesarsi come retorica ma intimamente per me non lo è affatto.
Illusione? Magari l’illusione aurea mi pervadesse interamente l’essere!
Beati gli antichi che si credevano degni dei baci degli immortali e che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie, che attiravano lo splendore della divinità sulle imperfezioni umane e nelle misure dei loro templi perfetti.
Coltivo come un giardiniere devoto ai suoi fiori le mie illusioni, me ne prendo cura su un terreno impoverito e malato ma cerco comunque di ravvivarle, perché le illusioni sono per l’animo quello che le corde fanno per lo strumento, convengono l’esistenza ad amabili melodie; le sole che possono davvero nobilitarci e redimerci da indistinte quanto monotone operosità o indolenze.

E’ il luogo stesso prescelto per la fondazione della città arcaica, la sua tessitura sovrapposta e stratificata in millenni di storia ad aver reso molteplice il disteso corso delle ispirazioni che qui testimoniarono l’importanza di convertire nella materia l’ideale umano teso al recupero della perduta armonia.
Non solo Roma, ma ogni antica città antica offre dimostrazioni di questi sicuri slanci lirici oltraggiati dalla disumanizzazione imperante; il degrado architettonico precede solo di pochi anni la “sovversione sintetica” dell’esistenza, perseguita per fini che rimangono occulti ma i cui effetti si palesano con sempre maggior evidenza.
La nostra qualità di vita è immiserita da ingannevoli comodità o depressa nella contraffazione mediatica dei reali scopi cui dovrebbe mirare l'esistenza per assolvere pienamente al suo significato.

Stiamo smarrendo il senso profondo delle cose, è assolutamente triste questo decadimento dei luoghi aviti ridotti a spartitraffico, perimetrati da fredde cancellate e diminuiti nel loro significato a scialbi aneddoti turistici piantonati da volgari punti di ristoro.
E' nella pigrizia dei sentimenti che l’attuale Età nera diffonde nei nostri cuori il suo senso mortifero più subdolo.

A Roma sono nato e di Roma amo rinnovare le benevole suggestioni e prestigi che sono sempre più rari a intuire e presentire.
In questi ultimi dieci anni la distonia di fondo prodotta dalla degenerazione tecnologica s’è fortemente intensificata, agiscono scansioni di frequenze assolutamente incoerenti e amplificate dalle antenne della telefonia mobile e reti wirless, che formano una sorta di copertura diafana, un coperchio elettromagnetico amplificato dai pressoché continui rilasci aerei di persistenti filamenti chimici che rendono opalino il cielo quasi ad estinguerne la sua prerogativa immateriale, la particolare curvatura prospettica conferitagli dal luogo.
Non è mai stata considerata la particolare convessità celeste della zona cinta dai Colli, questo perché la scienza profana considera la curvatura celeste, gli elementi che in essa stanno sospesi, incapaci di interazioni sensibili con ciò che sta loro sottostante, ma è una cecità assolutamente moderna; Vati e Poeti interagirono sensibilmente e sapientemente con gli elementi.

Non a caso in origine, molto prima della fondazione dell’Urbe, i suoi Colli furono prescelti per interpretare i segni degli Dèi, questo perché sono come “scrigni”, “custodi” di una memoria atavica del pianeta, puri catalizzatori di eventi prodigiosi, altari accordati al battito ancestrale del Cosmo, che solo la nostra anima immiserita non è più capace di ascoltare.

Ogni centro Sacro è preposto ad accordarsi ad una risonanza inudibile ma ugualmente comprensibile, qui il Gianicolo, il Palatino, il Campidoglio, il Quirinale, il Vaticano sono “are cosmiche” allineate su determinate frequenze che entrano in profonda dissonanza con l’invasiva copertura elettromagnetica artificialmente indotta.
La variazione di frequenza implica una nostra intima mutazione.
Per questo stesso motivo, ad esempio, il buco che vorranno fare nel Monte di San Michele in Val di Susa è doppiamente pericoloso e a tal proposito rimando all’articolo di Fausto Carotenuto http://www.disinformazione.it/valdisusa.htm.


Roma è Amor, ispirazione sublime e compresa da quel magnifico legislatore che fu Numa: allegorico uomo metadimensionale pervaso di puro Erotismo, di Casto Erotismo, l’ultimo Re che lambisce e sconfina il terreno del suo giardino nei territori dell’Età mitica per conferire in lieta intimità coi Numi divini ed in particolare con la Ninfa Egeria.
Mi sembra di scrivere pervaso di Furor Gentile, presumo di elevarmi internamente in me stesso, un po’ come chi nell’esercizio fisico esegue un sollevamento alla sbarra dopo un lungo periodo d’inattività, e sostenendo a stento la tensione mi protendo appena su un piano qualitativamente superiore che intuisco essere la mia dimensione originaria; questa presa cosciente anche se lievemente intuita e ancor più flebilmente comunicata tuttavia rappresenta un momento solenne dell’esistenza.
Solo il disincanto può estirpare dalla nostra natura profonda l’unica possibilità che abbiamo per essere migliori a noi stessi.

Scrisse in età già avanzata Goethe: “La parabola della mia vita terrestre culmina in Roma, come compimento di un appassionato desiderio nutrito per lunghi anni.
Io sono qui, e di più non posso dire!”