mercoledì 17 dicembre 2014

Saturnalia


“Ogni istante di ogni giorno si applicano conoscenze segrete che, se le riconoscessimo, mostrerebbero senza velo tutte le potenze che racchiude l’uomo dell’antropocosmo”.
(E. Zolla)
Ogni coscienza rappresenta un corso iridescente, un flusso talvolta più o meno torbido, più o meno stagnante. Fino a un dato momento storico i poeti-cantori, che valgono: i “viaggiatori” e “scopritori lirici” delle abissali profondità cosmiche, assolvettero ad una funzione vitale nell’organizzazione della vita civile associata trasmettendo il corpus delle conoscenze ancestrali della propria etnia, adeguandole ai mutamenti sensibili che questa dimensione subisce attraverso il suo trascorrere nel tempo.
L’Iliade, per esempio, pur sublime, è solo uno dei tanti residui della primordiale tradizione orale, declamata da antichi vati e cantori e giunto a noi in forma sicuramente non originale. Il Poema si riconnette a tutta una serie di saghe che celebravano antichissime epopee ed eventi mitico-religiosi, la cui finalità era quella di rifondere la coscienza alla patria ancestrale. La polla sorgiva dell’essere scaturisce da un punto indefinibile, che avvia il vorticoso addensamento universale immerso in un flusso dal quale diramano miriadi di correnti, tante quante sono le coscienze di ognuno. L’equilibrio etico fu mantenuto finché la poesia poté attingere al flusso originario dell’ispirazione veggente e profetica, ripetendo per garantire equilibrio all’inevitabile mutazione innovativa che è implicita nel trascorrere stesso del tempo.
La consapevolezza risiedeva nel fatto che ogni forma di conoscenza doveva provvedere ad un elevazione dell’animo e dunque, ogni competenza tecnica era subordinata ad un principio di sostanziale armonia per mezzo della quale si componevano versi, si formavano guerrieri, così come si progettava l’assetto di città concepite come specchi celesti.
Proprio oggi, cade la ricorrenza dell'antichissima festa dei Saturnali Solenni, (17-23 Dicembre) celebrata in onore a Saturno, identificato quale dio dell’Età Aurea, di quella “prima” fase che contraddistingue l’apertura di un Ciclo suddiviso in quattro età, di cui la prima, definita appunto come aurea, in quanto "chiarificata" non da un benessere dovuto all’abbondanza di risorse materiali ma, bensì, dalla pienezza della coscienza trascendente per la quale non sussistono le ordinarie limitazioni e gravami che invece affliggono, in misura sempre più intensa, le successive generazioni future appartenenti alle altre tre Età.
 Per sei giorni dunque, nell’antica Roma, era attuata una sorta di sospensione del Tempo ordinario mediante il quale si ritualizzava l’inerzia, (intesa quale abilità del non-agire) e i consueti ruoli sociali venivano sovvertiti, peraltro tale ricorrenza cade in coincidenza con il solstizio d’inverno.
La degenerazione di cui si fece espressione la festa nel periodo della decadenza qui non interessa, ciò che invece è rilevante è poter comunque rivolgere sentitamente l’Augurio, che il momento stesso dell’anno prelude, ad ognuno intimamente predisposto ad accogliere il messaggio di rinnovamento originario, quale metafora di una possibilità perennemente agente nell’interiorità dell’uomo. A quanti riescono a recuperare dentro di sé l’inesprimibile intendimento di una condizione esistenziale maggiormente salda per virtù dell’ispirazione, conseguendo una prefigurazione radiosa dell’enigma più grande, poter presentire...insomma...come evento plausibile, l’adesione serena e vigorosa alla realtà dei Sacri Misteri.
Enigma delle origini saldato alla plumbea drammaticità del momento presente.    
Vi sarebbero anche significative distinzioni da fare tra la figura del Kronos greco e il Saturno latino, per esempio, il primo è un titano mentre il secondo è un dio, il cui emblema sulle prime monete (l’aes grave) è raffigurato dalla prora di una nave e non già dal falcetto con cui avrebbe evirato Urano come tramanda la cosmogonia greca; ma la specificità della trattazione non è adeguata per il supporto offerto da questa sede e per le mie ridotte competenze.
I templi di Saturno e Giano furono collocati alle pendici del Campidoglio, poiché tali divinità sono preposte agli inizi della romanità, dove Giano è l’iniziatore del tempo mentre Saturno inizia l’inizio stesso, ponendosi, come tale, fuori dal tempo che è tenuto da Giove, signore del ciclo cosiddetto “storico” e il cui tempio non a caso si trovava appunto sulla sommità del Campidoglio.
Il dio Saturno dei latini fornì l'impulso alle Arti Liberali – Arti Liberali della tradizione esoterica – cui l’iniziato si servirà per ripercorrere – sub specie interioritas – quel cammino propriamente alchimico (brutalmente annientato nell’attuale yuga, contraddistinto dall’età dell’arida tecnica) che, di fatto, per il suo fondamento ispirato alla “filosofia perenne”, intesa come dono della Memoria Recondita a noi recato dalle Muse, potrà ricondurlo, attraverso lo svolgimento di un labirinto meta-dimensionale, alla completezza originaria da cui scaturì l’attuale manifestazione, che adesso è massimamente offuscata.
In questo senso, riferirsi ai Saturnalia è presenziare alla luce, riconnettersi idealmente al preludio di una Ri-velazione schiusa nel giorno del solstizio d’inverno, considerato un importante momento di passaggio incastonato nella “Ruota del Tempo”. 
In particolare, nell’India tradizionale dei Veda, il solstizio d’inverno è chiamato “la porta degli dèi”, poiché  dischiude la dimensione spazio-temporale facendo penetrare la luce. Luce intesa come splendente qualità sovrasensibile interna alla luce fisica stessa: ciò che nel mondo latino antico culminava attraverso la ricorrenza del “Dies Natalis Soli Invicti”, un evento cardine della scansione liturgica dell'anno, tanto, che la chiesa romana delle origini avvertì la necessità di sovrapporre a tale festività la natività stessa di Gesù.